Dal “De Re Publica”, libro II, 42 di Marco Tullio Cicerone

a cura del Dr. Prof. Gen. Salvatore Santo Gallo

“Essenziale e quasi unico compito di quest’uomo, in cui si riassume tutto il resto, è il continuo controllo e perfezionamento di se stesso, per mostrarsi ai suoi concittadini come modello di splendore d’animo e di vita, e per disporre gli altri ad imitarlo. Come infatti nella musica delle cetre o dei flauti e nello stesso canto vocale bisogna osservare nell’unione di suoni tra loro diversi un accordo intonato e armonioso, che un orecchio esperto non potrà sopportare se è alterato o stonato; allo stesso modo, dall’armonia delle varie classi sociali, delle più elevate, delle medie e delle infime, come dall’accordo dei suoni, nasce l’ordinato temperamento dello Stato, per l’equilibrata fusione degli elementi più diversi. Quella che nel canto è dai musici chiamata armonia, è in una città la concordia, che ha per fondamento la giustizia, ed il vincolo più saldo e perfetto per mantenere unito e potente uno Stato.”