Il 24 maggio di 90 anni fa scoppiò la prima guerra mondiale.
Le Fiamme Gialle ne furono protagonisti fin dall’inizio.

a cura del Dr. Prof. Gen. Salvatore Santo Gallo

Il 24 maggio del 1915, e cioè 90 anni fa, l’Italia entrava in guerra, la prima guerra mondiale, a fianco dell’Inghilterra e della Francia contro l’Austria.

Ora, proprio nella notte dal 23 al 24 maggio 1915, e precisamente alle ore 2:40 del giorno 23, prima ancora che venisse dichiarato lo stato di guerra, due giovani finanzieri, Costantino Carta e Pietro Dall’Acqua, di guardia al ponte di Brazzano sullo Iudrio, il piccolo fiume che segnava il nostro confine orientale dal 1866, spararono i primi colpi di fucile contro una pattuglia di guastatori austriaci che tentavano di far saltare l’opera e, come ha scritto il prof. Alberto Maria Ghisalberti, che fu Presidente dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, “ persuasero quella pattuglia con un ben centrato fuoco a rinunciare all’azione”.

Poche ore prima, nel tardo pomeriggio di quel 23 maggio, dal canto loro, gendarmi austriaci avevano sparato da Porto Buso, colpendone lo scafo e la Bandiera, contro un motoscafo, l’Aurora, in forza ai finanzieri della brigata di Merano, mentre era diretto alla caserma di Canal Muro, posta sulla linea di confine, per portare il plico riservato recante l’ordine di inizio delle ostilità.

Nella stessa notte tra il 23 e il 24 maggio entrarono in azione i finanzieri delle brigate di frontiera e dei distaccamenti speciali e quelli dislocati ad Anfo e Ponte di Legno parteciparono all’occupazione dell’abitato di Condino e del passo di Ercavallo e ad azioni di pattuglie con gli alpini del Battaglione Edolo. Mentre un altro finanziere, Antonio Beccantini, sia pure in un diverso teatro operativo, essendo in servizio di difesa costiera sulla spiaggia di Viserba, nei pressi di Rimini, all’alba del 24 maggio, cercò di abbattere a colpi di moschetto, in un pur vano, solitario e ingenuo tentativo ma non per questo meno ardimentoso e degno di essere ricordato, il dirigibile che guidava il tiro della squadra austriaca che bombardò Rimini.

E ancora in quel mese di maggio di 90 anni fa, nella notte del successivo giorno 28, un altro curioso episodio vide in azione finanzieri intraprendenti e attenti che, più fortunati del Beccantini, costrinsero ad arrendersi due aviatori di un velivolo austriaco che, per un guasto al motore, aveva dovuto atterrare nella Valle di Volano.

Ben più consistente e significativo fu poi l’apporto organico della Fiamme Gialle ad opera del XVII battaglione che, costituito a Roma per operare lungo le coste, venne invece impiegato all’inizio della guerra nella Val Lagarina e rinforzato in seguito alla nomina a ufficiali, nel maggio del 1915, di 19 allievi del 16° Corso, entrati nella scuola nel 1912, partecipò il 27 maggio alla presa di Ala insieme con le truppe comandate dal Generale Antonio Cantore, che verrà colpito a morte poco meno di due mesi dopo, il 20 luglio, presso Cortina d’Ampezzo, durante una ricognizione in prima linea.

E proprio con riguardo a siffatto episodio, per la prima volta la presenza in guerra delle Fiamme Gialle sarà attestata, in data 29 maggio, dal Bollettino del Comando Supremo che, nel ricordare il successo dell’operazione, preciserà che le truppe di fanteria erano state “ rinforzate da guardie di finanza e artiglieria”.