a cura del Dr. Prof. Gen. Salvatore Santo Gallo
Nel secolo XVIII lo zar di Russia Pietro il Grande per finanziare i propri progetti megalomani, a cominciare dalla fondazione di San Pietroburgo, si era inventato la “tassa sulla barba”. Chiunque se ne ornasse il volto, doveva al sovrano un obolo progressivo: 100 rubli i ricchi mercanti, 60 i cortigiani e i funzionari pubblici, 30 gli abitanti delle città, 10 tutti gli altri. La perfidia del tributo stava nel fatto che il precetto ortodosso proibiva il taglio della barba, considerandolo uno scherno dell’immagine di Dio: “L’oggetto tassato era, per così dire, inflessibile”, spiega Wolfgang Wiegard, professore di economia a Regensburg.
Più o meno nello stesso periodo, ancora nella civilissima Inghilterra, veniva introdotta la tassa sulle finestre, dal cui numero e dimensione dipendeva l’ammontare che ogni proprietario di casa doveva versare al fisco. Esempio seguito, dopo, nella Francia di Napoleone. Non desta sorpresa che la reazione dei contribuenti fosse di costruire case con meno aperture o di murare parte delle finestre esistenti.
Porte e finestre in verità sono sempre state nel mirino degli esattori. E non solo come oggetti tassabili. Nel XVI secolo, nella Marca del Brandeburgo girava per le città e i villaggi, temuto e osteggiato, il cosiddetto Hellwagen, il carro che importuna, con a bordo i funzionari del fisco e alcuni carpentieri, che andavano di casa in casa, alla ricerca degli evaspri. Quando ne trovavano uno, i mastri’ scendevano dal carro, gli smontavano la porta di casa e la sequestravano, portandola al Municipio. Veniva restituita ma era l’interessato a doversela riprendere, soltanto dietro pagamento del dovuto. Destino comunque preferibile al trattamento riservato dai faraoni egiziani a chi non versava i tributi: frodare il fisco infatti, comportava essere frustati al palo della vergogna.
D’altra parte, proprio nell’antico Egitto si ha notizia di uno dei primi strumenti di misurazione oggettiva della pressione fiscale: i cosiddetti Nilòmetri, specie di pozzi artesiani collocati in punti strategici, permettevano di calcolare la Portata del fiume sacro, prima e dopo le sue benefiche piene. Più alto il livello dell’acqua nella scala idrometrica del Pozzo, maggiore la quantità di limo che si era riservata sui campi, più sostanziosa la tassa sul raccolto che l’amministrazione del sovrano poteva esigere.
Né va dimenticato, che nel 1773, proprio per protestare contro il balzello imposto dalla Corona inglese sul tè, gli americani, svuotarono tre navi e gettarono 342 casse di tè nel porto di Boston e questa rivolta delle colonie fu l’atto di fondazione degli USA.