Ricavate dall’edizione anastatica del Manoscritto de 1725 di Carlo Fontana “L’anfiteatro Flavio”
a cura del Museo di Roma, con introduzione di Helmut Hager – Gangemi Editore

a cura del Dr. Prof. Gen. Salvatore Santo Gallo

L’anfiteatro Flavio, più noto come il Colosseo, fu costruito in soli 2 anni e 9 mesi e venne inaugurato nell’anno 80 d.C. con cento giorni di (spettacoli di caccia), durante i quali, a quanto si sostiene, in una sola giornata furono sacrificate 5000 belve.

L’attività gladiatoria nei secoli successivi nonostante i tentativi di abolirla dell’imperatore Costantino e di alcuni suoi successori.

Soltanto nel 404 l’imperatore Onorio I riuscì ad imporre la fine di tale attività a seguito dell’uccisione del monaco Almacchio, che venuto dalla Grecia, era sceso nell’Arena per lanciare la sua protesta contro simili barbarie.

Rimasto comunque in uso per spettacoli di caccia l’Anfiteatro fu restaurato nel 523 da Teodorico, re dei Goti, e da questo momento fino ai nostri tempi rimarrà esposto senza alcuna protezione alle vicende distruttive, che inclusi vari terremoti quali quelli dell’847, del 1231, del 1255 e del 1703, e verrà usato come cava di materiale edilizio utile per vari scopi, dal restauro delle mura urbane alla costruzione di palazzi rinascimentali e all’impiego per l’edificazione di opere pubbliche come il porto di Ripetta. Così già nel secolo XI gli Annibaldi lo usarono come fortezza, e nel 1400 papa Paolo II fece “convogliare il travertino nella fabbrica del Palazzo di San Marco”, mentre il Cardinale Riario si servi dello stesso materiale per il Palazzo della Cancelleria e ugualmente fece il Cardinale Farnese (poi divenuto papa Paolo III dal 1534 al 1549) per “il suo palazzo in piazza Campo dei Fiori”. Ma attorno all’Anno Santo del 1675 sotto il papa Clemente X l’Arena ebbe il riconoscimento ufficiale di “terreno sacro” e conseguentemente il Colosseo venne dichiarato “essere il teatro della generosità dei Santi Martiri e della grandezza romana” assommandosi in una sola formula il rispetto per i Santi del luogo con l’ammirazione per le indiscutibili qualità architettoniche del monumento testimonianza viva dell’antica potenza della Roma imperiale.