Magistrati del fisco
del 20/12/2012
Gli arbitrati assunti dai giudici tributari sono a rischio nullità. Ma non il posto nelle commissioni tributarie. Pur non trattandosi di un’incompatibilità vera e propria, i magistrati del fisco che fanno parte di collegi arbitrali o rivestono il ruolo di arbitro unico dovranno al più presto scegliere da che parte stare. È questo l’effetto provocato dall’entrata in vigore della legge n. 190/2012, che ha vietato gli incarichi arbitrali a tutta la magistratura, togata e laica (si veda ItaliaOggi del 14 dicembre scorso). Della vicenda si è occupato anche il Cpgt, l’organo di autogoverno della giustizia tributaria, che nella serata di martedì ha approvato un’apposita risoluzione. L’orientamento ribadisce il divieto di assumere gli incarichi arbitrali, ma precisa altresì che non si configura un’ipotesi di incompatibilità tra quelle disciplinate dall’articolo 8 del dlgs n. 545/1992. «Per questo il consiglio ha deciso di non procedere a ulteriori azioni», spiega il presidente del Cpgt, Gaetano Santamaria Amato, «dovranno essere i singoli giudici che si trovano in questa situazione a decidere se continuare a svolgere la funzione di magistrato tributario o quella di arbitro. Le sanzioni previste dalla legge sono la decadenza e la nullità degli atti assunti come arbitro, non come giudice tributario». Nessuna distinzione di trattamento, quindi, tra componenti di carriera e giudici laici. Né tra incarichi eventualmente assunti prima o dopo il 28 novembre 2012 (data di entrata in vigore delle norme anticorruzione), come invece era stato auspicato dall’Amt. «Di certo queste disposizioni rischiano di penalizzare la magistratura tributaria, privandola di alcuni validi giudici non togati», chiosa Santamaria Amato, «non so quanti saranno i liberi professionisti e i docenti universitari che, a fronte di compensi miseri da giudice tributario, e parliamo di poche centinaia di euro al mese, rinunceranno ad incarichi arbitrali sicuramente più sostanziosi dal punto di vista economico». Nelle more delle singole decisioni, i giudici-arbitri dovranno comunicare la situazione di conflitto alle parti del lodo arbitrale, palesando il rischio di nullità degli atti compiuti.
(FONTE: professionisti.it)