Articolo apparso sul Quotidiano di Lecce del 8 febbraio 2013
Estimi, altri due ricorsi al tar
In campo anche i consumatori
di Paola Ancora
Il riclassamento degli estimi avviato dall’Agenzia del Territorio su input dell’amministrazione comunale, insieme ad un aumento generalizzato dell’Imu e ad una valanga di polemiche, ha prodotto finora solo ricorsi e carte bollate in quantità. Al primo ricorso al Tar presentato da Palazzo Carafa contro l’Agenzia del Territorio, sorda alle richieste dell’ente di sospendere l’operazione, se ne aggiungerà un altro, a sostegno del primo, nelle prossime ore. Lo presenterà l’opposizione di centrosinistra. Poi, lunedì, verrà depositato quello firmato da Codacons, Adusbef e Adoc, associazioni dei consumatori impegnate in queste ultime settimane a dare risposte alle centinaia di cittadini decisi a contestare davanti alla Commissione tributaria le notifiche dell’avvenuto riclassamento che l’Agenzia ha inviato a partire da novembre scorso. Centinaia di cittadini inviperiti per altrettanti ricorsi: una mole di lavoro che si è riversata su tutti gli studi di professionali della città. «Non ce n’è uno – dice l’avvocato Piero Mongelli del Codacons – che sia rimasto all’asciutto». Nemmeno fra quelli dei professionisti che siedono fra i banchi della maggioranza in consiglio comunale.
Con la crisi economica a mordere il fianco di imprese e famiglie, avvocati, architetti e commercialisti eletti nel centro-destra, sembrano aver “sacrificato” la fedeltà al partito e alla maggioranza – che nel 2010 incaricò l’Agenzia di procedere all’aggiornamento degli estimi e oggi ha invece presentato ricorso al Tar per chiedere la sospensione degli effetti di quella revisione – sull’altare del lavoro. E il tema, nei giorni scorsi, è finito anche al centro di una riunione informale fra i consiglieri di maggioranza, divisi fra chi ha suggerito di aprire uno sportello informativo e di assistenza, come già hanno fatto i partiti di opposizione Pd e Udc, e chi, invece, ha ritenuto e ancora oggi ritiene «politicamente inopportuno» adoperarsi, fuori dal Palazzo, contro un’operazione la cui bontà di fondo e di principio è sempre stata difesa dall’amministrazione di Paolo Perrone. Il dietrofront – ha infatti sempre sostenuto il primo cittadino – è stato doveroso visto che, all’aumento dell’Imu che seguirà il riclassamento, si sommerà a quello già deciso dal governo Monti e pari al 60% delle vecchie rendite catastali. Se quest’ultimo non ci fosse stato, allora la revisione delle rendite catastali sarebbe stata «cosa buona e giusta».
Tornando al dibattito aperto nel centrodestra, fra i primi a segnalare falle e presunte illegittimità nella procedura seguita dall’Agenzia del Territorio per il riclassamento è stato il consigliere di IoSud Giampaolo Scorrano, che divide il suo studio da architetto con il fratello commercialista e che spiega: «Siamo al lavoro su circa 100 pratiche». I ricorsi alla Commissione tributaria, infatti, diversamente da quanto accade per quelli al Tar, possono essere presentati da chiunque sia iscritto ad un albo professionale, quindi anche da commercialisti come il consigliere Pdl Pierpaolo Signore, che sta curando i ricorsi di circa 20 cittadini e che ammette: «Sto valutando se presentarne uno anche io». Cinquanta le pratiche sulle quali lavora lo studio diretto da Antonio Lamosa, eletto con la lista “Lecce città del mondo”: «Questa revisione degli estimi è stata fatta senza tener conto delle modifiche effettive del centro abitato. E questo non è corretto». Non si occupa di diritto tributario l’avvocato Gianni Garrisi, mentre Daniele Montinaro, eletto con “Grande Lecce”, ha delegato gli avvocati che lavorano nel suo studio a predisporre una ventina di ricorsi. «Che se ne occupi direttamente un consigliere comunale – dice – non mi sembra giusto». Trenta i ricorsi curati dall’architetto Rocco Ciardo, impegnato «a valutare ogni pratica singolarmente; sette le abbiamo già presentate», conclude.
A preparare gli atti anche molti consiglieri di maggioranza: mugugni e polemiche in un incontro del centrodestra
Il caso in tv
In piazza Sant’Oronzo le telecamere di Ballarò
Il caso estimi sarà al centro, domenica prossima, della trasmissione di Rai Tre “Ballarò”, condotta da Giovanni Floris.
Nei giorni scorsi, la giornalista Marzia Maglio, inviata del programma, è stata a Lecce per intervistare l’assessore al Bilancio Attilio Morosi, il tributarista Maurizio Villani e l’avvocato Francesco D’Agata, presidente nazionale dello Sportello dei Diritti.
Quello di Lecce è infatti uno dei 17 Comuni d’Italia ad aver voluto avviare il riclassamento delle rendite catastali.
Gli esperti
No alla revisione quando conviene
Suggerimenti e consigli per capire cosa fare
Prima alle Poste per ritirare una delle 70mila notifiche di revisione degli estimi inviate dall’Agenzia del Territorio e non sempre recapitate con successo. Il lavoro di spedizione, per una spesa di oltre 400mila euro, è stato tale e tanto da costringere il personale della società a fare gli straordinari. Poi al Caf o alla sede di una delle associazioni dei consumatori che hanno aperto sportelli ad hoc per dare informazioni e assistenza legale. È così che comincia la via crucis dei cittadini alle prese con la revisione degli estimi. Quasi tutti sanno che si tradurrà in un aumento dell’Imu, dell’Irpef e di tutte le imposte legate alla compravendita di immobili. Ma in pochi riescono ancora oggi ad orientarsi nella giungla di regole, numeri e battaglie politiche a mezzo stampa per capire se presentare ricorso conviene o meno e che cosa potrebbe cambiare se i giudici del Tar decidessero di accogliere il ricorso presentato dal Comune contro l’Agenzia del Territorio.
L’avvocato tributarista Maurizio Villani – il suo studio, come quello degli altri professionisti di diritto tributario in città, è stato letteralmente preso d’assalto – spiega che «il Tar, in prima battuta, potrà decidere se sospendere o meno il riclassamento; poi dovrà entrare nel merito di quel provvedimento. Se alla fine i giudici rigettassero il ricorso del Comune – continua – questo non comprometterebbe la causa tributaria, così come se il Tar accogliesse invece le ragioni di Palazzo Carafa, quella sentenza potrebbe costituire soltanto un elemento a supporto della linea di difesa del contribuente davanti alla Commissione tributaria». Il ricorso da 300 euro – perché tanto costa predisporre ogni singola pratica per opporsi alla modifica delle rendite – sarebbe quindi opportuno presentarlo comunque, anche perché, continua Villani, «si possono impugnare gli atti entro 60 giorni dall’avvenuta notifica, altrimenti la revisione diventa definitiva».
Decidere di fare o meno ricorso dipende, oltre che dalle disponibilità finanziarie, anche dall’effetto che la revisione degli estimi porterà per ogni cittadino, famiglia o impresa interessata. «Se la rendita finale riclassata – spiega l’avvocato Piero Mongelli del Codacons – si attesta intorno ai 250 euro, allora si può valutare con attenzione se presentare o meno ricorso perché l’aumento delle imposte conseguente potrebbe non essere eccessivo. In questo caso, quindi – continua Mongelli – si potrebbe anche decidere di affidarsi all’esito del ricorso al Tar presentato dal Comune». Quando, invece, la rendita finale riclassata «supera i 250 euro – aggiunge l’avvocato del Codacons – ricorrere alla Commissione tributaria conviene assolutamente, anche alla luce del fatto che il ricorso al Tar non sarà discusso a breve e ha un finale incerto».
P. Anc.
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Domenica ore 21:00 (Rai Tre) andrà in onda l’intervista sull’argomento rilasciata dal Avv. Maurizio Villani alla giornalista di Ballarò.